I big della finanza mondiale per lo sviluppo sostenibile

Lanciati i Principles for Positive Impact Finance, un set di criteri per definire la sostenibilità degli investimenti



Forum per la Finanza Sostenibile, 06 Feb 2017 - 23:29

I big della finanza mondiale mettono a segno un’importante mossa a favore dello sviluppo sostenibile. Il 30 gennaio 2017, infatti, una ventina di banche e asset manager, con un totale di US$ 6,6 miliardi di masse in gestione, ha lanciato i Principles for Positive Impact Finance. Si tratta di un insieme di criteri che consentiranno di valutare la sostenibilità degli investimenti e il loro allineamento ai Sustainable Development Goals (SDGs), gli obiettivi formulati dalla 2030 Agenda for Sustainable Development delle Nazioni Unite. L’elaborazione dei Principi è avvenuta in seno al Positive Impact Working Group (PIWG),[1] composto da banche e società d’investimento già membri dell’UNEP-FI, l'iniziativa finanziaria dell'Agenzia delle Nazioni Unite per la Protezione Ambientale nata a margine del Summit della Terra di Rio De Janeiro del 1992. I Principi si rivolgono a tutti gli operatori del settore finanziario (gestori, investitori, società di consulenza e rating, ecc.) con l’intento di fornire delle linee guida per analizzare, monitorare e rendicontare gli impatti ambientali, sociali ed economici dei prodotti e servizi offerti. Lo scopo è proprio quello di promuovere e facilitare l’impegno della comunità finanziaria internazionale in favore dei tre ambiti di interesse dello sviluppo sostenibile (economia, ambiente e società).

L’elemento innovativo dei Principi – applicabili in maniera trasversale alle diverse classi di attivo – consiste nel permettere una valutazione complessiva degli impatti positivi e negativi generati dai processi finanziari.

 

Il primo Principio, “Definition”, enuncia il concetto di “Positive Impact Finance”, con cui si fa riferimento a ogni strategia finanziaria in grado 1) di produrre impatti positivi su economia, società e ambiente; 2)  di identificare gli impatti negativi e mettere in atto misure volte a mitigarli.[2] Frameworks”, il secondo Principio, prevede che gli enti finanziari dispongano di processi, metodologie e strumenti adeguati per identificare e monitorare gli effetti delle proprie attività. Il terzo Principio è “Transparency”: gli operatori della “Positive Impact Finance” devono garantire trasparenza nella definizione delle iniziative considerate a impatto positivo, nonché nei processi utilizzati per monitorare, verificare e misurare tali impatti. Il quarto principio, infine, sottolinea l’importanza dell’“Assessment”, ossia di una rigorosa verifica dell’effettivo conseguimento degli impatti.

 

Il modello delineato dai Principi rimanda al più ampio concetto di impact investing o finanza a impatto, una strategia che comprende investimenti in imprese, organizzazioni o fondi caratterizzati dall’obiettivo di realizzare un impatto ambientale e/o sociale positivo, assieme a un ritorno finanziario. Dai risultati dell’European SRI Study 2016, la ricerca coordinata dall’European Sustainable Investment Forum (Eurosif), l’impact investing è la strategia che ha registrato il maggior tasso di crescita in Europa nel corso del biennio 2014-2015 (+385%).

Tale dato, insieme alla recente iniziativa dei Principles for Positive Impact Finance, fa quindi sperare in un contributo sempre più importante della finanza in favore di un futuro all’insegna della sostenibilità.



[1] I membri del PIWG sono: Australian Ethical, Banco Itaú, BNP Paribas, BMCE Bank of Africa, Caisse des Dépôts Group, Desjardins Group, First Rand, Hermes Investment Management, ING, Mirova, NedBank, Pax World, Piraeus Bank, SEB, Société Générale, Standard Bank, Triodos Bank, Westpac, YES Bank.

[2] Dal sito ufficiale di UNEP–FI: “Positive Impact Finance is that which verifiably produces a positive impact on the economy, society or the environment once any potential negative impacts have been duly identified and mitigated.

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