Investire in risorse naturali contro la crisi climatica

Gli investimenti in risorse naturali e foreste sono essenziali per combattere il cambiamento climatico e rispondere alle sfide del prossimo decennio



Forum per la Finanza Sostenibile, 06 Feb 2020 - 12:28

Disastri naturali come gli incendi che stanno interessando l’Australia sottolineano l’urgenza di ripensare gli attuali modelli di sviluppo per orientarsi verso una maggior sostenibilità, compensando i danni prodotti e ponendo le basi per la prevenzione di simili casi in futuro.

La crisi climatica che stiamo vivendo, caratterizzata da catastrofi naturali sempre più frequenti, si affianca ad alcuni megatrend socioeconomici: disuguaglianze sociali sempre più accentuate, urbanizzazione di massa, invecchiamento della popolazione, domanda crescente di cibo ed energia, migrazioni involontarie. In questa cornice, la finanza sostenibile e, in particolare, gli investimenti in risorse naturali e foreste possono ricoprire un ruolo cruciale.

 

Gli investimenti in risorse naturali riguardano l’acquisizione o la gestione di aree verdi, rurali o urbane, parchi naturali o foreste. Dal punto di vista finanziario, consistono nell’acquisizione e/o nella gestione di aree verdi, parchi e foreste (o di titoli che abbiano come sottostanti queste attività) e dei servizi a essi collegati, con l’obiettivo di ottenere un ritorno finanziario. La generazione del rendimento è legata a diversi fattori, tra cui:

  • la crescita biologica degli alberi, per quanto riguarda gli investimenti forestali;

  • le variazioni di prezzo del legname e dei prodotti derivati;

  • le variazioni del valore dei terreni interessati dalle attività di forestazione e, in caso di aree urbane, degli immobili nelle vicinanze;

  • qualità ed efficacia nella gestione dell’area forestale, delle attività commerciali e dei servizi a essa correlati.

Per quanto riguarda il settore forestale, la principale fonte di rendimento è rappresentata dal commercio del legname, la cui domanda è in crescita*. Lo sviluppo di questo mercato è sostenuto, tra gli altri fattori, da un’evoluzione nelle abitudini di consumo, che tendono a orientarsi verso prodotti a basso impatto ambientale (specie nell’industria edilizia), e da una graduale transizione verso sistemi produttivi che traggono approvvigionamento energetico dalle biomasse, come appunto il legname. Gli investimenti in foreste mostrano una bassa correlazione con altre asset class e quindi, all’interno di un portafoglio di investimento diversificato, riducono la componente di rischio**.

I benefici ambientali e sociali riconducibili alla gestione delle risorse naturali e del verde si declinano su numerosi fronti:

  • sequestro di CO2 e riduzione delle polveri sottili presenti nell’aria;
  • riduzione delle isole di calore, con un abbassamento di 4.1°C della temperatura dell’aria e di 20° di quella di pareti e auto ombreggiate dal verde; l'uso di 1 tonnellata di legno anziché di cemento nelle costruzioni può portare a una riduzione di 2,1 tonnellate di CO2;
  • riduzione dell’inquinamento acustico attraverso barriere fonoassorbenti di verde. Se disposte a bordo strada, le aree verdi – composte solitamente da latifoglie, sempreverdi e arbusti – sono capaci di assorbire (e in parte riflettere) il rumore, nonché di ridurre la concentrazione di polveri sottili nell’aria;
  • aumento del valore degli immobili, che cresce tra il 5% e il 30% entro i 750 metri da un’area verde;
  • creazione di posti di lavoro: il settore forestale tradizionale, insieme al segmento legato alla bioeconomia*** (agricoltura, silvicoltura, pesca, produzione alimentare, bioenergia e bioprodotti, gomma e tessili ecc.) impiega oltre 4,3 milioni di persone con un fatturato superiore ai €315 miliardi;
  • offerta di servizi integrati legati alle aree verdi (per esempio servizi turistici, educativi, sportivi, ecc.)

Inoltre, gli investimenti in risorse naturali mostrano importanti ricadute nel contrasto ad eventi naturali estremi come frane, esondazioni, alluvioni e incendi. Una vegetazione diversificata migliora la stabilità del suolo (prevenendo quindi frane e valanghe) e ne aumenta la capacità di immagazzinamento idrico, grazie al sistema di cavità all’interno del terreno formato dalle radici degli alberi; infine, la gestione attiva del patrimonio boschivo, attraverso controlli e manutenzione costanti, riduce fortemente il rischio di propagazione di incendi.

 

Una risorsa preziosa che testimonia la corretta gestione delle aree boschive è quella dei meccanismi di certificazione forestale****. Essi obbligano a un monitoraggio costante delle aree verdi e rappresentano un ottimo strumento di prevenzione. La certificazione più diffusa a livello internazionale è quella promossa dal Forest Stewardship Council (FSC), ONG nata nel 1993 per promuovere la gestione responsabile di foreste e piantagioni. Il marchio FSC indica prodotti derivati da legno gestito secondo rigorosi criteri ambientali, sociali ed economici. Gli impatti positivi generati dagli investimenti agroforestali, legati alla corretta gestione delle risorse naturali, sono misurabili attraverso diversi indicatori: ettari di terra degradata recuperati, ettari di foreste naturali create e protette, tonnellate di suolo conservato, metri cubi di acqua conservati, numero di specie animali conservate, posti di lavoro creati, ampliamento dei servizi turistici e ricreativi offerti alla popolazione, servizi ecosistemici (cioè quei servizi capaci di soddisfare, direttamente o indirettamente, le necessità degli esseri umani garantendo la vita di tutte le specie presenti nel contesto di riferimento).

Infine, occorre ricordare che questi investimenti sono strettamente legati al concetto di intensificazione sostenibile: ampliare il numero e la qualità dei prodotti derivati dalle risorse naturali, minimizzandone lo sfruttamento e il consumo di suolo. In un mondo caratterizzato da dotazioni limitate, questi investimenti contribuiscono ad affrontare efficacemente le sfide legate ai cambiamenti climatici, al degrado del suolo e degli ecosistemi, insieme alla domanda crescente di cibo ed energia.


* Il mercato globale delle industrie forestali cresce del 2,3% all’anno e si stima che entro il 2030 raggiungerà i €770 miliardi di valore.
** Per esempio, le performance degli investimenti forestali negli USA sono misurate dal Timberland Property Index del National Council of Real Estate Investment Fiduciaries (NCREIF)
*** Sistema socioeconomico associato alla valorizzazione di risorse biologiche rinnovabili terrestri e acquatiche al fine di produrre cibo, mangimi, composti chimici, materiali ed energia.
**** Procedura di verifica, da parte di organismi indipendenti, che certifica che le forme di gestione delle foreste rispondono a determinati requisiti di sostenibilità.

 

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