Gli investimenti sostenibili superano i US$30.000 miliardi

Il report GSIA testimonia una crescita di oltre 34% in due anni delle strategie SRI. Europa capofila a livello globale



Forum per la Finanza Sostenibile , 09 Mag 2019 - 17:43

Lo scorso aprile la Global Sustainable Investment Alliance (GSIA) ha pubblicato la Global Sustainable Investment Review 2018, che evidenzia l’evoluzione degli investimenti sostenibili in Europa, Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. La missione della Global Alliance è quella di promuovere la conoscenza e la pratica degli investimenti sostenibili nel sistema finanziario e l’integrazione dei criteri di sostenibilità nei processi di investimento, in collaborazione con i Sustainable Investment Forum (SIF) attivi a livello locale (il mercato europeo è rappresentato da Eurosif).

Secondo il report, negli ultimi due anni i capitali investiti nei cinque principali mercati seguendo le strategie SRI hanno raggiunto quota US$30.683 miliardi, con un aumento del 34% rispetto al 2016 (contro il 25% del biennio precedente). L’Europa si conferma capofila a livello di masse gestite secondo criteri di sostenibilità, rappresentando il 46% del mercato SRI globale. Sebbene gli investimenti sostenibili crescano ovunque, le differenze tra regioni restano significative: in Giappone l’SRI copre il 18% del mercato finanziario nazionale -(il tasso di crescita registrato è però il più alto); in Australia e Nuova Zelanda raggiunge il 63%.

Entrando nel merito delle strategie SRI, i dati GSIA confermano il primato delle esclusioni (US$19.800 miliardi), seguite dall'integrazione ESG (US$17.500 miliardi) e dall’engagement (US$9.800 miliardi). Da un confronto con i dati della precedente edizione, le strategie che crescono più rapidamente sono investimenti tematici (CAGR +92%) e best-in-class (CAGR +50%). Per quanto rappresenti ancora una quota ridotta di mercato, l’impact investing segna un aumento del 34% su base annuale e si attesta a US$444,3 miliardi.
Le strategie mostrano una diffusione fortemente diversificata a livello regionale, anche a causa di alcune differenze nella metodologia per la raccolta dei dati. Ad esempio, Australia e Nuova Zelanda accorpano le strategie di best-in-class, esclusioni e convenzioni internazionali e non monitorano la strategia di engagement. O ancora, gli Stati Uniti non rilevano le masse gestite secondo convenzioni internazionali e considerano come engagement solo gli asset legati direttamente a una votazione degli azionisti (hard engagement).

L’espansione sempre più rapida degli investimenti sostenibili si associa alla maggiore consapevolezza di investitori e operatori finanziari rispetto al ruolo degli investimenti sostenibili nel finanziare una crescita stabile e duratura. In effetti, l’integrazione dei temi ambientali, sociali e di governance nei processi di investimento è valorizzata non solo dal punto di vista reputazionale, ma anche sotto il profilo della gestione dei rischi e dei rendimenti finanziari, che autorevoli studi e ricerche accademiche confermano in linea o superiori a quelli di mercato nel medio-lungo periodo. Questa consapevolezza si sta diffondendo anche a livello istituzionale e di politiche pubbliche, come testimoniato dall’Action Plan on financing sustainable growth della Commissione europea, che ha tracciato il percorso verso la definizione di un quadro legislativo sul quale Parlamento, Commissione e Consiglio dell’Unione Europea sono attualmente al lavoro.

 

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